giovedì 3 aprile 2014

Tecnologia ed inganno

E se non fosse esistita la materia dei corpi, né il luogo e lo spazio in cui tutte le cose si attuano, mai la fiamma d'amore destata dalla bellezza di Elena divampando profonda nel petto del frigio Alessandro avrebbe attizzato le corrusche battaglie della guerra crudele, né di nascosto ai troiani il ligneo cavallo avrebbe incendiato Pergamo col parto notturno di greca progenie;

Denique materies si rerum nulla fuisset
nec locus ac spatium, res in quo quaeque geruntur,
numquam Tyndaridis forma conflatus amoris
ignis, Alexandri Phrygio sub pectore gliscens,
clara accendisset saevi certamina belli,
nec clam durateus Troianis Pergama partu
inflammasset equus nocturno Graiugenarum;

I, vv. 471-477 (p. 95)
 
Illustrando la teoria secondo la quale tutto ciò che non è né un corpo né vuoto è un accidente, Lucrezio ripercorre brevissimamente alcuni temi cari alla cultura classica. In particolare, ciò su cui è interessante soffermarsi è la citazione circa il noto cavallo di Troia, per la prima volta menzionato in forma scritta nel poema epico di Omero, l'Odissea. Che cosa c'era di più tecnologico, per quei tempi, del costruire una vera e propria macchina da guerra che espugnasse l'inattaccabile città di Troia? In questa impresa vengono a fondersi le avanzate abilità ingegneristiche con l'astuzia mentale. Ricordiamo che anche se questo spunto tecnologico proviene da Lucrezio ci stiamo riferendo ad un evento databile intorno al 1250 a.C., come si può evincere dagli scritti di Erodoto. Costruire col legno un cavallo colossale richiedeva già l'abilità di lavorare su grande scala e l'accortezza di pensare quanto l'avanzamento tecnologico potesse procurare potere a chi lo detenesse. Nondimeno, da questo fatto si può percepire come, ancora oggi, le nuove tecnologie possano essere usate con un triste scopo. 
 
Documento 1 L'entrata del cavallo di Troia in un dipinto di Tiepolo

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