sabato 19 aprile 2014

I carri armati di falce: tecnologie dall'oriente

Dicono che i carri falcati, caldi di strage confusa, spesso recidano le membra così d'improvviso, che si vede sussultare per terra ciò che dagli arti è caduto reciso, mentre intanto la mente e la coscienza dell'uomo per la rapidità della piaga non può sentire il dolore, e insieme perché nell'ardore della pugna è assorta la mente:

Falciferos memorant currus abscidere membra
saepe ita de subito permixta caede calentis, 
ut tremere in terra videatur ab artubus id quod
decidit abscisum, cum mens tamen atque homini vis
mobilitate mali non quit sentire dolorem
et simul in pugnae studio quod dedita mens est:

III, vv. 642-647 (p. 237)

In questa macabra descrizione che Lucrezio fa al fine di sostenere il fatto che l'anima non sopravviva al corpo, vengono nominati i carri armati di falce. Tali veicoli bellici non furono mai utilizzati né dall'esercito romano né da quello greco: erano un'invenzione orientale. Essi consistevano in carri da guerra a due o quattro ruote dotati di lame taglienti sulla testa e sul timone, sui mozzi delle ruote e sulle sponde. Furono usati già in epoche antichissime, come testimonia la mezzaluna ferile, e divennero spesso protagonisti di narrazioni più o meno fantasiose, come la supposizione che il sovrano egizio Ramses II ne possedesse ventisettemila. 

 Figura 1 La carica dei carri falcati persiani nella battaglia di Gaugamela Andre Castaigne (1898-1899)

Numerose sono le testimonianze scritte, tra le quali spiccano quella di Livio (IIIVII, 41, 7), dalla quale si evince che se ne servì il re Antioco di Siria, che governò dal 224 (o 223) al 3 luglio 187 a.C., e quella di Vegezio, nella sua Epitoma rei militaris (III, 24). Riportiamo, per il suo notevole interesse, in traduzione italiana, l'accurata descizione tecnica che condusse quest'ultimo.
 
Il re Antioco e Mitridate utilizzarono in guerra quadrighe falcate. Queste dapprima incussero grande terrore, ma in seguito divennero oggetto di derisione. È infatti difficile trovare un terreno completamente pianeggiante per il carro falcato, il minimo ostacolo gli impedisce la via e viene catturato se solo uno dei due cavalli viene colpito o ferito. Ma la maggior parte di essi furono annientati da questa tecnica adottata dall'esercito romano: non appena si ingaggiava la battaglia, i Romani improvvisamente lanciavano su tutto il campo triboli, contro i quali le quadrighe in corsa scontrandosi si distruggevano. Il Tribolo è una macchina da difesa formata da quattro pali, che, in qualsiasi modo si scagli, sta su tre piedi ed è pericolosa per il quarto piede, che sta dritto. 

Figura 2 Carro falcato in un disegno di Leonardo da Vinci






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