domenica 8 giugno 2014

Tecnologia e potere

I re cominciarono a fondare città ed innalzare fortezze, per servirsene essi stessi come difesa e rifugio, [...] Più tardi fu escogitato il possesso e fu scoperto l'oro, che facilmente alla forza e alla bellezza sottrasse ogni pregio;

Condere coeperunt urbis arcemque locare
praesidium reges ipsi sibi perfugiumque,
[...]
Posterius res inventast aurumque repertum,
quod facile et validis et pulchris dempsit honorem;

V, vv. 1108-1109; 1113-1114 (p. 397)
 
Talvolta, anche il razionalismo di Lucrezio, di fronte alla società romana sfocia in una negazione del positivismo. Dopotutto la letteratura latina ha quasi sempre invocato i tempi remoti come periodi idilliaci, adducendo un sentimento nostalgico attraverso la ripresa degli antichi miti. Inizialmente la difesa della città di Roma era costituita da un massiccio terrapieno e solo nel VI secolo a.C., come narra Livio, Servio Tullio fece costruire una cinta muraria di almeno 7 chilometri dotata di numerose porte impiegando blocchi squadrati di tufo. In età repubblicana, la fortificazione divenne una vera e propria struttura indipendente riservata allo stazionamento in forma stabile o provvisoria di un'unità dell'esercito romano. Inoltre, spesso e volentieri, l'evoluzione di queste strutture autosufficienti portò alla nascita di numerose città: la stessa Torino è fondata su di un castro (28 a.C.).
 
Porta Palatina (Torino, I secolo a.C.)  

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